venerdì, marzo 23, 2012

Analyst/Therapist

 Illusione da placebo o meno, in quei mesi N. mi ripeteva di continuo come tutto il fosforo assunto in fiala gli avesse reso lucidi e densi i pensieri. “Un po' come il petrolio”, disse una volta: ché un pensiero poteva essere lucido e denso senza avere la limpida purezza del cristallo.
Nella fronte bruna e brusta c'erano piccoli spasmi, improvvisi sismi; quanto a me, tentavo di decrittarne il significato, ammesso che ce ne fosse davvero uno. Con ancora maggior convinzione e dedizione cercavo nelle azioni, nei fatti, una prova in carne della persona di cui altrove avevo sentito parlare.
Se era cattiveria, la sua era cattiveria della peggior specie dacché schioccava il colpo su quelli che pure sapeva innocenti; e tuttavia era una scure di vendetta che agitava sulla sua stessa carne: scure incandescente eppure in qualche modo zuccherina, a giudicare quel sorriso compiaciuto e piegato quasi innaturalmente che mi alitava sul naso. Forse aver sapienza di sé stesso era quel che lo animava, forse il voler percepire il cangiante colore dell'anima e della coscienza propri e altrui, o forse soltanto il piacere di meditare violenza pensando nulla, con buona pace del vecchio René.  

giovedì, marzo 15, 2012

Candy wrapper

Di quell'unica caramella rimane solo la carta. L'ho riavvolta, la crepitante membrana: non avviluppa più il suo dolce contenuto - è solo attorcigliata su sé stessa afferrando nulla.
Utile all'inganno, alla buffonata, alla delusione.