venerdì, agosto 23, 2013

Vamonos Pest

Probabilmente è colpa di mia madre, musofoba hardcore,  di quelle che ti implorano di cambiare canale ad occhi chiusi e convulsamente agitata quando in TV l'incauto montatore del tiggì inserisce anche un isolato fotogramma di cavia da laboratorio in un servizio sui passi da gigante della scienza in materia di seborrea come di alluce valgo.
O ancora magari è colpa di mio padre, maniaco dell'igiene e figura arcangelmicaelica nella lotta al batterio.
No, no, sicuramente è colpa di Orwell e della sua tortura dei sorci in 1984, e di Camus, che nel libro oranese descriveva le morbifere panteganazze arabe "con un fiore di sangue dipinto sul muso": Morfeo, sabbia sugli occhi e suddetti sussurri alle orecchie non avrebbe potuto essere peggior suggeritore di ricordi non veramente vissuti.
Fatto sta che i topi mi fanno schifo, e fortuna vuole che finora il sentimento sia stato reciproco.
Detto questo, o primo cittadino, le prime luci dell'alba mi hanno portato la lieta visione di due coniglietti schivi per larga parte di primavera ed estate in quel del parco Conca Fallata; al calar delle tenebre tuttavia Milano diventa La città senza nome, e di ratti grandi come Deboroh ne ho avvistati troppi nel giro di un mese, mentre al posto dei coniglietti - di sera, nell'ombra - complotta contro di me una *bleargh* nutria.
Io Topolino lo compravo per Pippo e Paperinik.
Pisapia, derattizza Milano.
Va, un gioco di parole: Pisapia, derattizzami l'ano.
Quasi quasi faccio twitter solo per diffondere l'hashtag.

lunedì, agosto 05, 2013

Master in giochi di parole #1

L'ecce Homo.
Il sofferente fiorentino che dal Salento più vacanziero viaggia verso la Lombardia per lavoro. Possibilmente in una FIAT Uno senza climatizzatore.