venerdì, dicembre 30, 2011

Disparte


Colpivamo il fiore dell'hibiscus e il poco di verde che c'era nella giara crepata all'interno del bar: clinici e metodici, coll'articolazione sporca di un pianista incauto. Guardando al di là dell'uscio, superando il tanfo di vino e zolfo, le botteghe della piccola spesa attorno alla piazza accerchiavano il bronzo all'Illustre Verdissimo Tizio: il piccolo fruttivendolo, il piccolo emporio, la piccola pescheria e la piccola macelleria lo avevano come mecca locale eppure si limitavano ad ignorarlo; le auto invece, durante delle guerre civili combattute con clacson indemoniati e biascicanti, odiavano sommessamente l'Illustre per aver negato qualche posto auto in più al parcheggio di fianco. In disparte allora distoglievamo lo sguardo che il mozzicone riconduceva alla giara e al verde. Toh, ho preso l'hibiscus.