lunedì, dicembre 24, 2012

Frame by frame

Credo sia la prima volta che assisto all'efferatezza che si nasconde nel defenestrare una piccola tradizione. Lo si fa in nome della comodità, dei tempi che cambiano, dei bambini che non mangiano la verdura.
Mi pesa comunque: si vive delle piccole cose, o almeno è così per me. Trapianti ed espianti piccole macchie di verde e di terra che sono radicate nella memoria, poi le lasci chissà dove.
Non da me, non da altri.
Possono le piccole cose essere fatte per andare perdute?
Smile.
Insert coin to continue.




mercoledì, ottobre 31, 2012

A call for all demons

Fossi stato un altro Persona avrei scritto il Libro dell'Inquietudine. Sono io tuttavia, e posso scrivere solo il Libro dell'Odio.
 Grande Odio, piccolo odio: non fa differenza, se seguo la mia inclinazione; può pure essere antigravitazionale, la mia china, e così essere un'ascesa verticale. Mi limito a seguirla senza contrasti, come se risalissi una cascata perché naturalmente la cascata sta risalendo.
 Mi chiedo se la mia visione delle cose incroci in qualche punto quella dell'occasionale spettatore, ma l'interrogativo inciampa e arrossisce nel silenzio. Torna a nascondersi nella vergogna.
 Rido allora della parola "violenza", della parola "rispetto": entrambi null'altro che rituali tribali scaraventati contro te e contro di me. Agito la mia compassione convenientemente; e rido ancora. Irrido pure il seme dal quale sono nato, il mio fattore; e tutti stupiti quindi dalla graziosa assenza di cure e riguardo, ridete ma non capite.
 Adesso che la parabola è segnata capisco meglio quel che ho letto. Non resta molto, ma ho sempre il sostenuto clangore di un contrabbasso alle orecchie: la dura lotta dell'uomo contro la tastiera d'ebano. Procedo innanzi, non mi oppongo. Il procedere non continuerà anche per te oltre la sacra triade scure-capo-ceppo? Procedere oltre il decedere? Quello che tutti si augurano, ma nessuno davvero si augura.
 Quanto a me, osservo e tento di imparare.
 M. dice che la riscrittura della memoria collettiva importa la modificazione di quella individuale; ovviamente vale anche il contrario, ma l'impatto è certo limitato. M. si guarda dal dirlo.
 E poi, quando applicato al presente e alla vita relazionale, ciò non si traduce nei concetti di onore e reputazione, a loro volta concetti di tortura velata dei più sopra l'uno? Ancora mi parli di Libertà. Libertà non dovrebbe necessitare di garanzia od oppositori, se fosse davvero Libertà. Ma lei è solo libertà.
 Seguo così le mie inclinazioni dettate dalla physis, l'indole d'odio che non posso rifuggire, che è piantata come un INRI pure in testa al mio albero genealogico ingiuriato. Non m'oppongo alla cascata antigravitazionale di liquame nella quale ho scoperto di nuotare.

lunedì, settembre 17, 2012

Come andare per funghi ai Giardini Montanelli

Mi sono accertato di non essere K.; ero ospitato sì da un ostello, ma quelli per cui mi ero aggirato non erano uffici burocratici: qualunque cosa fossero, non erano nati per essere messi in mostra. Ero solo un indegno, lì per caso o per grazia ricevuta, ma comunque oltre la porta blindata e gli allarmi, tra rovere e cordialissima cordiale cordialità, pronto ad essere cacciato. Tria corda.
Quante belle coppie, poi, in duplicato.
E allora nell'attesa si rendeva necessaria una passeggiata per il parco, in cui prendere l'influenza.
Trees and glimpses, ancora una volta.
Pictures of Tammer (vs. Estonia).




sabato, agosto 18, 2012

Didascalica riabilitativa debilitativa della bestemmia

Ovvio agli impedimenti e alle inibizioni dell'area di Broca: il mirror imaging mi porta così all'emisfero destro. Le afasìe prima, le amusìe poi: avevo fatto ricorso alla fisarmonica prima che pure l'ordine delle note, le successioni, le altezze relative ed assolute diventassero caos. Come un meteorite, oltre allo schianto, oltre al cratere, attorno alla mia personale ground zero c'erano chilometri di polveri privi di intendimento. Persa la musica, a rendermi cristiano tra i cristiani è rimasta la bestemmia, automatismo linguistico per eccellenza, schema che finge e pure soppianta l'eloquio; atra, ossuta salvezza prima della mia dimenticanza.

martedì, luglio 31, 2012

Lo rode 'l re, no?

Chiedersi a che servisse non solo l'oggi, ma "oggi", era preoccupazione del proprietario terriero T. Quietamente invita ad entrare mr. Piccì, e con lui C.B.
 Si stringono le mani, si sputano in un occhio - quello che tutti tengono chiuso - e poi vicendevolmente leccano lo sputo. Soffregare l'anima, accarezzarla, per poi dire che sì, "so fregare l'anima".
 Ballano sotto lo stesso tetto, attorno al medesimo fuoco, così la saliva secca s'asciuga e tira la pelle biancastra. Ballano indemoniati come le estatiche donne di colore quando ancora erano negre, però smunti e seri come dei prelati alti e secchi; eppure, invece, pestano in terra i piedi smanacciano e roteano gli occhi. La serietà la infondono pure al tremore che li percuote nell'estasi, che ora è un tremore serio benché pervasivo.
 Confrontano alla luce ondeggiante le abrasioni da tappeto, private di ricreatività, scoprendo i gomiti.
 E poi le nocche, confrontano, che invece sono tutte manifeste e uguali fra loro come i giorni quando vengono incasellati in fila: stringendo il pugno è lì la pelle violenta e scorticata; e dietro, l'osso, consunto e rosicchiato, sussurra la sua presenza, certo d'essere notato.
 La danza dei tre zoppi prosegue forsennata.
 Poi ricordano il trucco:
 "It's just a jump to the left".
 E da capo al segno ricominciano, finché non centrano la finestra, anch'essa sulla sinistra.

martedì, luglio 17, 2012

Nozdrëv

Quando parli, parli a tuo rischio e pericolo: la probabilità che formiche rosse si arrampichino su per le labbra, ed entrino in bocca, e percorrano ad andatura turistica le mucose, non è bassa come a voi può sembrare.
Per Dio, non è bassa come a me poteva sembrare. 


Accetto le conseguenze e mastico formiche con il piacere che dallo stesso atto ricaverebbe un vegano. 
Che poi, per Dio (bis)! Un fruttariano di minoranza, in effetti potrebbe accettarne il rischio consapevolmente; e allora la sua condotta sarebbe mirmecocidio con dolo eventuale, con quel tanto-che-basta di adesione psicologica.
Ma io mastico. Crunch.
Consapevolmente addento, molto consapevolmente*.
Crunch crunch.
Deglutisco.
Glom.


*"Molto consapevolmente" pare uscito da Ogni cosa è illuminata.

martedì, luglio 10, 2012

Wheelchair blues



"Oooh, that crippled motherfucker..."

E ridendo come un debosciato, arriva l'addio anche per Dennis.

lunedì, luglio 02, 2012

Argilla rossa

Ero da qualche parte in un personaggio di Marukami - "dice che" -  ma senza un lieto fine. Pure fuori stagione, a dirla tutta, ma quello non è mai un problema; certo, di sudare si suda, ma non è come può sembrare.
Ero anche da qualche parte
in qualcuno che non c'è
ad esorcizzare nuvole che non esistono in esercizi tecnici di felicità,
in una natura selvaggia che è la tua natura selvaggia, e la mia. È la mia.

martedì, maggio 29, 2012

Swung from the gutters

Senza insegne la guerra ha meno senso di quanto credessi: la guerra è tale in funzione delle insegne; altro discorso è se queste poi siano reali o fittizie. Lo scetticismo così si è involuto fino alla sua forma base, una forma che è sostanza: usa quest'obiettivo, questo flash, questa pellicola e avrai questa foto.
Mostra la foto - o no.
Se c'è stato un momento preciso in cui è successo l'ho perso. Riciclo parole altrui, mi ci appoggio e ci viaggio un po'. Triciclo di parole altrui. Non importano le navi, non importano la calma la violenza e la calma più violenta, e non importa neanche il limite estremo a questo punto, ed è possibile che non esista nemmeno.

giovedì, aprile 12, 2012

1922

Era sentito il problema degli alloggi a Mosca: erano gli anni Venti. Lavori in corso, ristrutturazioni che lasciavano buchi nelle pareti (coperti comunque da poltrone) e poi elettricità nei cavi, e acqua nei rubinetti, e tram popolati da compagni cittadini, prima ancora che da enormi gatti neri sprovvisti di biglietto.
La parola "appartamento" effettivamente è da esaminare. 
Lo shock è grande per noi egocentrici quando dal nostro piccolo mondo appartato ci schiantano in/su/per un formicaio facendoci percepire la nostra nullità.

venerdì, marzo 23, 2012

Analyst/Therapist

 Illusione da placebo o meno, in quei mesi N. mi ripeteva di continuo come tutto il fosforo assunto in fiala gli avesse reso lucidi e densi i pensieri. “Un po' come il petrolio”, disse una volta: ché un pensiero poteva essere lucido e denso senza avere la limpida purezza del cristallo.
Nella fronte bruna e brusta c'erano piccoli spasmi, improvvisi sismi; quanto a me, tentavo di decrittarne il significato, ammesso che ce ne fosse davvero uno. Con ancora maggior convinzione e dedizione cercavo nelle azioni, nei fatti, una prova in carne della persona di cui altrove avevo sentito parlare.
Se era cattiveria, la sua era cattiveria della peggior specie dacché schioccava il colpo su quelli che pure sapeva innocenti; e tuttavia era una scure di vendetta che agitava sulla sua stessa carne: scure incandescente eppure in qualche modo zuccherina, a giudicare quel sorriso compiaciuto e piegato quasi innaturalmente che mi alitava sul naso. Forse aver sapienza di sé stesso era quel che lo animava, forse il voler percepire il cangiante colore dell'anima e della coscienza propri e altrui, o forse soltanto il piacere di meditare violenza pensando nulla, con buona pace del vecchio René.  

giovedì, marzo 15, 2012

Candy wrapper

Di quell'unica caramella rimane solo la carta. L'ho riavvolta, la crepitante membrana: non avviluppa più il suo dolce contenuto - è solo attorcigliata su sé stessa afferrando nulla.
Utile all'inganno, alla buffonata, alla delusione.  

venerdì, febbraio 24, 2012

La ripugnanza per Cecilia come era davvero.

La serietà dell'impegno non era confermata, ma d'altronde nel mondo del contratto di mutuo funzionava così anche ai tempi della Roma dei toga party, con le peculiarità del caso ovviamente.
"Riviviamoci", ecco cosa dice il direttore dello sportello bancario che è in me e che ancora sopravvive dopo tre esorcismi e conseguenti ripossessioni.
Bisogna riconoscere l'intervallo di quinta diminuita che agita le costole da dentro, ché prima di tutto vi è l'accettazione delle necessità; e in banca è necessario essere seri, per il bene della banca. La banca. La banca richiede diligenza, la banca; puntualità e decoro.

martedì, febbraio 14, 2012

Barruggieddu

Pare necessario chiedersi chi sia a comandare, allora.
Se cerchi una risposta prima dovresti formulare bene la domanda; ma è la domanda nel punto interrogativo? o è forse nella voce, che si inclina come un'asse di legno in bilico sopra a un bidone? Più probabilmente la domanda è in un telo di plastica, destinata a non avere un destino indipendente, tante volte è stata violentata.

"Volere è potere". Non volere è ancora volere, è ancora potere? 
Ivan Il'ic si trasferì pur di avere potere.
Avere potere avere dovere dov'era volere.
Quando le tessere del domino cadono - e cadono - sbattono la testa.


martedì, gennaio 31, 2012

Under stressure

Una manciata di ore e finisce
come al solito
solo che non finisce mai
come al solito
e allora la fine entra nella testa
come al solito
perché sporcizia è indisciplina
come al solito.

martedì, gennaio 24, 2012

Foodpoisoning

Satanassi, un po' fascisti e un po' no;
e poi la bellezza delle partiture per organo di César Franck ignorata dall'uomo moderno, a detta di chi giustamente fa sentire ignorante me.
In fondo è bella l'ignoranza, è santa l'ignoranza:
ignoranza programmatica anche nel disordine completo.
I vuoti sono una promessa che non ho mantenuto. Fiat punto, fiat lux.
Un giorno riordinerò tutto, e sarà allora che mi metterò a posto,
che metterò a posto.
Tristemente non c'è tempo ma la sua illusione, e così accade che il giorno delle pulizie di primavera non verrà mai perché di pulire non ho mai avuto voglia.
Attacca un poster, attacca bottone: le asole sono sole, e chi trova sole non le lascia più.

21, Tokyo.

lunedì, gennaio 16, 2012

This is Selfspamland

-- fine interruzione pubblicitaria --


Le partite a Risiko! non stancano mai, ma sarebbe bello vincere pure in quella grande al di fuori della plancia di gioco. "O forse no", interruppe il dito medio. Ma alla fine, slacker o non slacker, non resta niente, neanche il sempliciotto che cerca scuse dopo aver compreso e prima di aver inteso. 

--Interruzione pubblicitaria 2--