lunedì, settembre 28, 2015

Tachipirinha

Roma Tiburtina è meglio di Roma Termini perché ha un pianoforte che vuole essere suonato da chiunque; a Milano i vandali hanno sfasciato il piano della stazione invece. Io sono contro la pena di morte ma non è vero che sono contro la pena di morte - è solo una cosa che si dice, tipo "salute" dopo uno starnuto. Il primo ad aver detto "sono contro la pena di morte" è lo stesso di "i bambini sono il futuro del mondo" ed "il cane è il migliore amico dell'uomo". Per i vandali milanesi l'unico valido sostituto alla pena di morte è il degrado morale accompagnato da tortura fisica occasionale e violentissima.
Onore al merito però, perché "sono contro la pena di morte" è una di quelle frasi che va dette sempre, se non altro per pararsi il culo: metti che tra la compilazione di un F24 e la preparazione di un carciofo bollito, un giorno che sei un po' friccicariello il figlio dei tuoi vicini SUV-dotati come ogni pomeriggio stacca sampietrini dal cortile per lanciarli sulla tua bici; tu invece realizzi in quell'attimo che il tuo dobermann è stato addestrato ad assaporare le falangi una ad una prima di azzannare la faccia dell'obiettivo proprio per quel momento. Tutto si riduce a quel momento in cui il sole arride alla verve della tua psicopatia latente.
Benvenuto fuori del vaso.
Com'era il mantra? Sono contro la pena di morte, il cane è il migliore amico dell'uomo, i bambini sono il futuro del mondo.

...And now, for something completely different, ecco il momento che tutti stavamo aspettando: la lamentela a sfondo sociale agitata convulsamente come il biglietto vincente della lotteria di capodanno nelle mani di Michael J. Fox.
Per sproloquiare un po', tra i motivi per cui io ed i social network viviamo come una coppia separata in casa c'è il flusso indistinto di informazioni che percola incendiario come se la tecnologia fosse stata maledetta dal borbottante Montezuma: il "nuovo che avanza" spinge irriguardoso giù per il sifone quel che precede. Il novantaseienne che è in me non può non che balbettare oltraggiato qualcosa riguardo all'aspetto di più grande rilevanza del mondo social.

In una storia Ratman stordiva i nemici proiettando le diapositive della vacanza in montagna; quel che mi chiedo ora è che scopo abbia propinare al mondo le foto della tua vacanza in Nepal. È l'evidenza probatoria che vuoi esibire del fatto che sei andato? che sai scattare una foto? che la scheda SD della tua macchina fotografica contiene un numero di foto più grande di quelle che pure un malato di sclerosi laterale amiotrofica potrebbe sopportare nonostante sia costretto all'immobilità?
Che poi, sarà stata "l'esperienza che ti ha cambiato la vita per sempre" ma - che tu possa morire impalato sottosopra in Valacchia - a me serve solo per rosicare; e quanto a te, potrei sbagliarmi, ma mi pare che mi stai sul barbafrullo pure un po' più di prima.
La cartolina una volta era una dichiarazione di guerra, virile, manifesta, degna di un Aiace, con mittente e destinatario; adesso è tutto più casual ma "What I'm really saying is 'I'm better than you'" (Tom Papa, ti voglio bene e ti riciclo).

Il mio segreto?
Bile e invidia.
C'ho pochi capelli, che vuoi farci.


venerdì, settembre 04, 2015

Rabbi Wilkinson

Già che c'ero ho preso un altro rasoio di Ockham, per ogni evenienza.
Per un attimo mi sono sentito un dio, poi ho smesso anch'io.