Chiedersi a che servisse non solo l'oggi, ma "oggi", era preoccupazione del proprietario terriero T. Quietamente invita ad entrare mr. Piccì, e con lui C.B.
Si stringono le mani, si sputano in un occhio - quello che tutti tengono chiuso - e poi vicendevolmente leccano lo sputo.
Soffregare l'anima, accarezzarla, per poi dire che sì, "so fregare l'anima".
Ballano sotto lo stesso tetto, attorno al medesimo fuoco, così la saliva secca s'asciuga e tira la pelle biancastra. Ballano indemoniati come le estatiche donne di colore quando ancora erano negre, però smunti e seri come dei prelati alti e secchi; eppure, invece, pestano in terra i piedi smanacciano e roteano gli occhi. La serietà la infondono pure al tremore che li percuote nell'estasi, che ora è un tremore serio benché pervasivo.
Confrontano alla luce ondeggiante le abrasioni da tappeto, private di ricreatività, scoprendo i gomiti.
E poi le nocche, confrontano, che invece sono tutte manifeste e uguali fra loro come i giorni quando vengono incasellati in fila: stringendo il pugno è lì la pelle violenta e scorticata; e dietro, l'osso, consunto e rosicchiato, sussurra la sua presenza, certo d'essere notato.
La danza dei tre zoppi prosegue forsennata.
Poi ricordano il trucco:
"It's just a jump to the left".
E da capo al segno ricominciano, finché non centrano la finestra, anch'essa sulla sinistra.
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