lunedì, febbraio 17, 2014

Lost in mine

Saluto la domenica mattina con il più plebeo dei caffè doppi, quello di McDonald's. Fuori, il sottile sbrizzichìo bagna appena le strade e macchia i vetri degli occhiali; i fumatori camminano; le donne mature con lo spaesamento dettato dalla vergogna entrano nelle loro case chiuse, quelle dove si gioca d'azzardo; le chiese mettono in funzione le campane e qualcuno varca davvero la soglia; gli zingari non la varcano invece: chiedono soldi, ma oggi niente ginocchia per terra dato il marciapiedi zuppo né cappello proteso per via delle quattro gocce; qualcuno corre e qualcun altro è in pasticceria: probabilmente qualcuno di quelli ora in chiesa poi li raggiungerà  come un tomwaits al negozio di Zerelda Lee.
Il mio caffè è sul vassoio, in un bicchiere di carta non colmo ma pieno sì. Niente zucchero o cucchiaini: c'è soltanto il bicchiere sul vassoio e sì, riesco a rovesciarlo sul tavolo nel poggiarlo. Asciugo e vado in bagno a lavare le mani.
Lì, la rivelazione. Non vorrei essere mai una portatrice di handicap: condividere la tazza forzatamente col genere maschile che piscia in piedi dev'essere abominevole.
Scatta il sondaggione: quante donne su sedia a rotelle credono nella reincarnazione delle anime?

Nessun commento:

Posta un commento