Stamattina ho visto una giovinetta in metropolitana che sul braccio aveva tatuato la parola "disposition", e non so se è normale chiedersi il perché di quella specifica scelta al di fuori di un romanzo russo o di una comedy americana. La mia sega mentale, appositamente costruita in un battibaleno, voleva che nel caso di specie "disposition" fosse il titolo della canzone dei Tool, e senza ragione ma convintamente ci ho sperato: magari perché l'avrei fatto anch'io un tatuaggio così alla sua età. Fa figo, fa alternativone: sudore, urla primordiali, Doc Martens, tatuaggione della mia canzone preferita, Les Paul, distorsori a manetta, capelli lunghi.
Poi ringrazio il cielo di non averlo mai fatto, quel tatuaggio: sarei un tizio stempiato e sudato, in maniche di camicia, con la parola "maionese" scritta sul braccio.
"Dice che stanno girando il seguito di Memento in un mcDonald's", ecco che penserebbero guardandomi.
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