martedì, ottobre 07, 2014

Bye bye blackbird

P. era mio vicino di casa ad Orano: sempre sorridente, sempre pronto a salutare, sempre con gli occhi buoni chiusi a fessura, come il personaggio più luminoso di un cartone giapponese ma con il fisico di Fudo della montagna. Quando ero adolescente stava seduto su una poltrona o su una sdraio nel suo bilocale che dava sulla piazza del quartiere; leggeva di filosofia e psicologia e soprattutto ascoltava la sua musica, a volte con dei cuffioni enormi e a volte "infastidendo rumorosamente" il vicinato con Miles Davis (rigorosamente pre-1959), Duke Ellington e Lester Young, credo, e tutto proprio accanto la casa di Cicciu Furticchiu, che già non c'era più da tempo. Non hanno lasciato nulla al mondo se non un'eredità di ricordi, tutti e due. P. che era uscito di senno perché quando gli altri tirano la corda, questa prima o poi si spezza; P. che aveva uno spider che pareva più un giocattolo per fare felici i nipoti; P. e Juan Tizol; P. che si alza dalla sdraio per salutare; P. che s'era fatto crescere il mustacchio con la mosca come Frank Zappa; P. che viveva in una casa in cui andavo a prendere il pane "schittu" con le mie mani quando ero in età pre-scolare; P. operaio; P. con la luce accesa ad ascoltare musica tutta la notte. P. che a dirla tutta vorrei poter essere io come P. e lasciare questo, un bel ricordo uscendo di scena in punta di piedi.

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