Qualche sera fa guardavo un film. Un tizio diceva che ogni parte di una macchina (o forse di un orologio) ha una sua funzione: nessuno mette ingranaggi in più in un congegno; allo stesso modo nel mondo non esisterebbe il superfluo e la presenza di ognuno avrebbe proprio per questo un suo perché.
Affascinante; non fosse però che la cosa presuppone un'intelligenza che preordina il mondo, una visione finalistica delle cose.
A dirla tutta, se qualcuno mette i pezzi nel numero giusto in una macchina è solo questione di convenienza: si risparmia sulle materie prime o i componenti e ci si semplifica la vita quando ci sono difetti; l'intelligenza in questione allora è scansafatiche e pure un po' pidocchiosa.
E che motivo avrebbe l'intelligenza di essere così accorta economicamente? L'ipotesi più realistica è che opera in regime concorrenziale con altre intelligenze: cerca di ridurre i costi e rendere il prodotto-mondo più competitivo. O forse c'ha un mutuo con la mia banca, non so.
Inoltre pure le cose che credevo bellissime e potenti perché "inutiliter data", senza un fine, sarebbero una porcata, disposte al solo scopo di adescare un compratore in una sagra delle vacche cosmica: un po' come il rosso ferrari od il bollino Chiquita; non cose davvero inutili ma studiate e poi serializzate per far presa sul fruitore finale, e non il marchio di Dio ma il marchio di un dio, utile a distinguere la provenienza del prodotto tra un dio e l'altro.
L'alternativa è abbracciare l'idea che se un'intelligenza c'è, è sbronza, fa la prima cosa che le passa per la testa e poi collassa; o è l'intelligenza/idiot savant vittima del più grande deficit di attenzione e di memoria mai visto.
martedì, gennaio 06, 2015
YHWH Yamaha Vs. Shiva Piaggio
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