domenica, luglio 05, 2015

Come Steven Bradbury

In questo gran casino, in queste apnee di eremitaggio carico di doveri, il culo piuttosto tenace di Steven Bradbury pare offrirmi appiglio e novità.
Più cose buone infilate l'una appresso all'altra non mi capitano d'abitudine e così incrocio le dita.
Scrivo per avere memoria che anche questo è successo nella mia vita a bucket list e per ricordare che Roma Tiburtina e il suo pianoforte mi hanno sgangheratamente infatuato; per ricordare che mio fratello ha visto la mia mano tremare, gestito la mia ridanciana disillusione e pensato alla similitudine-Steven Bradbury; per ricordare che in questi giorni ovunque io fossi c'era pure quel caldo indecente che odio, e a lui faccio fronte con la potenza del gelato; per ricordare che rimango ad oggi privo di qualunque abilità sociale e che la cosa mi tormenta ma almeno non fingo; per ricordare che le mie vaccate le capisco solo io che ho tempi comici malandati ed un senso dello humour che non so se definire reazionario o stravagante; per ricordare che c'è gente a cui voglio bene e non capisco mai perché dovrebbe volermene a sua volta; per ricordare un weekend fatto di Splendido visto da qui e brevi elenchi  nel modo di Natalino Sapegno, ma anche anche angurie disegni coi pastelli a cera spinosauri e dinosauri piumati come se fossero in piena fase glam.
Ed ora, prima della prossima apnea, le parole incrociate e concentriche.
Solo le bugie e le cose buone hanno la memoria corta.

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